La Veglia di Natale della Comunità dell’Isolotto è stata una Veglia per la Pace, per chiedere il cessate il fuoco in Palestina, in Ucraina e in ognuno dei tanti conflitti del mondo, per rinnovare la speranza e l’impegno per la costruzione di in un mondo nuovo abitato dalla pace, dalla giustizia, dalla fraternità, dal rispetto del pianeta.
Abbiamo tessuto insieme tanti voci e testimonianze: la voce di Atalya Ben Abba, giovane israeliana obiettrice al servizio militare, quella dei giovani ebrei del LEA-Laboratorio ebraico antirazzista, quella di Giuseppe Cocchi che ha lavorato a Gaza in progetti di cooperazione internazionale, quella dei lavoratori e delle lavoratrici GKN attraverso le parole di Dario Salvetti, e di Anna Aziz giovane studentessa sul Medio Oriente, e non ultimo quella delle Donne Insieme per la pace di Firenze. E poi una lettura dal Vangelo di Luca, una preghiera comunitaria di condivisione, e poesie e pensieri di tanti che continuano a sperare che la guerra in ogni sua forma divenga un tabù e venga abolita.
Introduzione alla Veglia:
Abbiamo intitolato questa Veglia “nessun bambino nascerà quest’anno a Betlemme” riprendendo il titolo da un testo di Raniero La Valle che è riportato a pagina 3 del fascicolo della Veglia (più sotto scaricabile). Nessuno bambino nascerà quest’anno perché non ci si può spostare da Nazareth a Betlemme (c’è u muro alto 8 metri), perché non si possono varcare i check point, perché non ci sono varchi per scappare, perché ci sono bombardamenti di giorno e di notte. E’ in corso un genocidio, una immane strage di bambini, donne e uomini, giovani e vecchi.
Gesù non è nato il 25 dicembre!
Come capita a tutte le persone dei tempi antichi (e anche per molte persone del nostro tempo) non si sa quando sia nato.
Si sa però che fu l’imperatore Costantino nel 330 d.C. a far coincidere la nascita di Gesù con la festa del “sole invictus”, una festa che fu stabilita dall’imperatore Aureliano, nel 274 d.C., tra il 21 e il 25 dicembre, cioè nei giorni in cui le ore di luce del giorno riprendevano ad aumentare. La festa del sole era in realtà una festa antichissima, la cui origine si perde nella notte dei tempi e che coinvolgeva moltissimi popoli. Era la festa in cui si celebrava la speranza, forse il ricordo di una precedente esperienza, ma non la certezza, del ritorno della luce e della primavera dopo il lungo tempo dell’inverno e delle tenebre. Nei giorni della festa era ancora buio, era ancora freddo, ma già si potevano scorgere – a chi li sapeva vedere – segnali di rinascita della natura, di ritorno del calore, della vita.
Anche noi come allora siamo in un tempo buio e cupo, siamo immersi in un sistema di guerra mondiale che provoca gli orrori che vediamo in Palestina, in Ucraina e in tanti posti del mondo; siamo immersi nella pesante angoscia che ci procura un mondo incapace di cambiare rotta rispetto ad un sistema economico violento e rapace che ci sta portando alla catastrofe ecologica; siamo immersi in quel sistema culturale che dà valore e riconoscimento a chi usa la forza e la violenza per schiacciare i deboli; e siamo immersi anche nello sconforto che provano spesso le persone di buona volontà di fronte all’indifferenza generale e alla propria sensazione di impotenza e di incapacità di incidere davvero. Uno sconforto che patiscono anche i nostri giovani che spesso non riescono ad immaginare e sperare nel futuro. Insomma anche noi come nella notte dei tempi a volte ci ritroviamo a dubitare che la luce possa tornare, che la rinascita possa esistere.
Per questo ci ritroviamo insieme in questa Veglia di Natale – idealmente collegati a tutte le donne e gli uomini di buona volontà di ogni tempo, cultura e latitudine – per osare ancora credere che ci sia luce, che la guerra possa essere abolita, che la solidarietà, il rispetto delle diversità, la nonviolenza possano informare tutte le società, che possiamo trarre il pane dalla terra senza violentarla.
Il bambino Gesù è uno dei simboli di questa speranza.
Ma sappiamo bene che la speranza in un mondo nuovo abitato dalla pace e dalla giustizia non è affatto scontata, va costruita: richiede amore, impegno, fiducia, pazienza, determinazione, fantasia. Non vogliamo arrenderci alle logiche della ineluttabilità della violenza e della guerra, alle logiche del denaro e del profitto, della sopraffazione, della paura e dell’indifferenza. E in questa Veglia tesseremo insieme voci, passi, esperienze di persone che pur vedendo questo nostro mondo avvolto nella violenza, insistono con determinazione, fiducia e costanza per aprire cammini di pace e di speranza.
Fascicolo della Veglia: è possibile scaricarlo qui!