Dopo il processo ci fu un momento di scoramento: dopo tutto quello che era successo alcuni erano delusi e scettici sulla reale possibilità di rinnovamento dalla Chiesa, alcuni preferirono impegnarsi altrove. La Comunità ebbe la forza di discuterne insieme, di dar voce a tutti gli stati d’animo e a tutte le posizioni e così ritrovò l’energia per continuare ad esistere e, consapevole di essere Popolo di Dio, a proseguire il cammino.
Gli anni ’70 furono anni di lotte e di cambiamenti sociali nei quali la Comunità si sentì coinvolta. Si impegnò su molti fronti tra cui quelli per il disarmo e la pace, per la liberazione dei popoli oppressi, per la fine dell’apartheid e di ogni razzismo, per una scuola non classista, per i diritti e lo statuto dei lavoratori, per l’emancipazione femminile, per l’introduzione di una legge sul divorzio e sull’aborto, per un nuovo diritto di famiglia, per la partecipazione alle istituzioni decentrate dei quartieri. Proseguì la lettura popolare della Bibbia con gli strumenti della contestualizzazione e del pensiero critico, la ricerca spirituale si arricchì dei contributi della teologia della Liberazione e poi del pensiero e della teologia femminista. Proseguì la ricerca di una liturgia povera ed essenziale.
A partire da questi anni la Comunità ha intrecciato il proprio percorso con le esperienze di altre realtà e comunità di base che erano nate e stavano crescendo in Italia, in Europa, in America Latina, dando vita insieme ad altri al Coordinamento delle Comunità di base italiane che si incontrò per la prima volta nel 1971 e continuò a farlo periodicamente. Molti di questi incontri, le tante battaglie condivise e la rete di realtà impegnate in un cammino comune sono stati raccontati per oltre 40 anni dal “Notiziario della Comunità dell’Isolotto”, che ha cessato le pubblicazioni nel 2007.