Nel corso della Assemblea di oggi 12 marzo, a pochi giorni dalla festa internazionale per le donne dell’8 marzo, abbiamo parlato delle donne che hanno lottato nel passato e che lottano oggi per vedere vista, riconosciuta e rispettata la vita, l’intelligenza, la sensibilità, il corpo, la sessualità, la libertà di tutte le donne. Ne abbiamo scelte alcune, tra le innumerevoli; sono di diverse epoche e latitudini, alcune note e altre meno note. Il nostro pensiero soprattutto a coloro che sono state oltraggiate e uccise.
Il nostro sostegno a coloro che oggi sono in pericolo e che lottano per la libertà di tutte, di tutti.
Abbiamo anche riflettuto sul brano del Vangelo di Marco (7, 24-30) che racconta dell’incontro tra Gesù e la donna di origine siro-fenicia, la donna straniera che lo cerca, lo raggiunge e gli si getta ai piedi per chiedere aiuto perche la sua bambina sta male.
Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia.
Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli».
Allora le disse: «Per questa tua parola va’, il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Nel leggere il passo ci si immedesima nella angoscia di questa madre e ci si sente invece spiazzati di fronte al modo duro con il quale Gesù risponde! Lo si può comprendere solo ricordando che Gesù, in quel momento della sua vita, è ancorato alla mentalità del suo tempo in cui per un ebreo, specie un rabbì, era inconcepibile rivolgere la parola ad una donna, oltretutto non ebrea. Le donne non avevano alcun valore, alcun diritto, alcuna considerazione. Ma la donna insiste, argomenta e interloquisce con lui.
E così accade che Gesù comprende qualcosa di nuovo, cambia idea e prospettiva: comincia a capire che le sue parole non possono riguardare solo gli ebrei. Ascoltando una donna Gesù cresce e migliora. Ascoltando una donna coglie che la buona novella è per tutti.
Il miracolo non sta dunque nella guarigione ma nel fatto che Gesù cambi, cresca e si migliori, a partire da incontri con persone fino a quel momento considerate di nessun valore, come una donna straniera. Ne ricaviamo dunque che sono gli incontri che troviamo per strada, nella piazza, nei luoghi dove ci sono persone diverse da noi, che ci possono cambiare e migliorare, rendere più umani, rendere più capaci di comprendere la realtà della vita e i bisogni delle persone.