Nel corso della Assemblea domenicale del 29 ottobre 2023 abbiamo riflettuto sul senso di fraternità e accoglienza che oggi siamo chiamati a vivere, a partire da un passo molto significativo dell’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco e dalla testimonianza di Marco Daffra, regista, fotografo e documentarista, che ha raccontato la sua recente esperienza con
Open Arms, una ong catalana impegnata nel salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo, e con Pilotes Volontaires.
Nella riflessione osserviamo che nel messaggio di Gesù tramandato dal Vangelo c’è spesso un richiamo alla ricerca della Verità con la maiuscola, termine con il quale a nostro avviso non si indica un valore assolutistico e intransigente ma un richiamo ad andare oltre le apparenze, oltre le indicazioni della “legge”, oltre il pensiero e la narrazione dominante, un invito ad andare a conoscere le situazioni da vicino e con occhi nuovi, ascoltando le persone.
Per questo oggi, sulla questione tragica dei migranti che attraversano e troppo spesso muoiono nel Mediterraneo, abbiamo ascoltato la testimonianza di Marco Daffra, che nel suo recente impegno professionale e umano ha deciso di documentare l’azione di salvataggio delle Organizzazioni umanitarie (ong) andando sul posto, vivendo in prima persona le situazioni, salendo a bordo di una delle navi di Open Arms (www.openarms.es) e su uno degli aeroplanini di Pilotes Volontaires (https://www.pilotes-volontaires.org) una associazione di piloti volontari che supportano le Ong nel loro lavoro, avvistando i barchini dispersi a rischio naufragio per attivare i soccorsi più vicini.
Nelle parole pacate e forti di Marco, nella descrizione dei sentimenti provati, nei dettagli del racconto, conosciamo un lavoro duro e difficile non solo sotto il profilo fisico ma anche sotto quello psicologico.
Colpisce ed emoziona la sua voce quando racconta l’ansia provata nel vedere un puntino nel mare aperto che altro non è che un barchino di naufraghi a rischio, l’ansia di perderlo di vista ché perderlo significa condannare a morte delle vite. La gioia di un salvataggio riuscito, la rabbia e il senso di ingiustizia per tutti coloro che sostengono che chi salva vite umane è un “fuori legge o un delinquente”, l’indignazione per chi obbliga le ong a raggiungere porti lontani. Troppo lontani per persone provate da viaggi inimmaginabli.
Marco in questo tempo trascorso sul campo a fianco di migranti e volontari delle Ong è riuscito a conoscere in modo diretto molte cose, a raccogliere tantissime immagini e testimonianze, a tenere un “Diario di Bordo”, a fare una esperienza professionale ma soprattutto umana e di impegno civile di grande rilevanza.
In attesa di vedere gli esiti di questo lavoro che Daffra porterà anche in Comunità appena sarà possibile, possiamo leggere ora alcune pagine del suo Diario che sono riportate nel fascicolo qui scaricabile.