Oggi all’Assemblea della Comunità dell’Isolotto, grazie al raccordo con AssoPace Palestina, abbiamo ascoltato un pacifista israeliano attivista per i diritti umani – Guy Butavia – che fa parte di un’associazione chiamata Ta’ayush (www.taayush.org) e che, da anni, è impegnato in prima persona a fianco della popolazione palestinese. L’associazione di cui fa parte, il cui nome significa “vivere insieme”, è formata da israeliani e palestinesi impegnati nella difesa dei diritti dei palestinesi.
La voce calma, consapevole e chiara di Guy Butavia ha raccontato la realtà delle occupazioni illegali e violente dei coloni, i soprusi, la sistematica violenza del governo e dell’esercito israeliani sulle popolazioni rurali nella West Bank (Cisgiordania) e su quella di Gaza che si realizza in tutte le forme possibili: le immagini e i video che ci mostra sono dolorose e chiarissime.
Il silenzio che si sente nella sala vedendo le immagini parla da sé: ne emerge evidente il disegno politico di sistematico annientamento di una popolazione civile. In una sequenza vediamo due ruspe che distruggono, sotto le grida di bambini di meno di 10 anni, una piccola scuola. E dalla voce di Guy veniamo a sapere che nei giorni successivi è stata distrutta anche la scuola-tenda che per resistenza le famiglie avevano ricostruto, portando via anche gli zainetti dei bambini. E’ solo una storia di migliaia di storie di questo tipo.
Guy parla in inglese, né traduce le parole un volontario di Operazione Colomba (www.operazionecolomba.it) che è stato a lungo in Palestina, che conosce la realtà per averla vista da vicino e che in alcuni passaggi ci porta anche la sua esperienza.
Ci arriva il dolore, la fatica, il senso profondo del loro impegno per la pace. Sentiamo tutti che il valore delle loro parole ha tutt’altro spessore di quanto spesso ascoltiamo nei telegiornali, parole di propaganda, parole retoriche e spesso violente; non a caso una delle prime domande che apre il dialogo è “dove ci possiamo informare in modo più libero?“. Ecco alcune possibilità:
Fonti di Ong israeliane: B’Tselem, Yesh Din, Breaking The Silence
Fonti di Ong palestinesi o arabe: Eye on Palestine, Middle East Eye, Al Jazeera, The Imeu
Fonti internazionali: Amnesty International, Human Rights Watch.
Guy Butavia e il volontario di Operazione Colomba ci parlano anche dei coloni, persone che al di là di ogni provenienza, sono accomunati da una stessa idea che ci pare terribile: l’idea che la Palestina appartenga esclusivamente a loro perché Dio avrebbe loro promesso quella terra. Ai nostri occhi, ai nostri cuori, al nostro modo di leggere i testi biblici, questa idea stride con il senso profondo e migliore presente nella sapienza biblica, e mostra come alcune interpretazioni religiose possano essere violente.
Sentiamo la vertigine di sentirci impotenti di fronte a quanto ci hanno raccontato, ma anche la gratitudine nei loro confronti per essere stati qui tra noi oggi e la responsabilità di fare tutto quanto ci è possibile per contrastare la logica della violenza. Per essere veri operatori e operatrici di pace.
Non c’è stato il tempo di aggiornarci – ascoltando Eros Cruccolini e Moreno Biagioni – sulle iniziative del coordinamento fiorentino per la Pace che sta sollecitando il Sindaco, il Consiglio comunale e il Presidente della Città Metropolitana ad assumere una più incisiva iniziativa cittadina per il cessate il fuoco in Ucraina e in Terrasanta interpretando la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini e rinnovando così il ruolo di Firenze come Città Operatrice di Pace impegnata contro tutte le guerre e contro le armi di sterminio (come da delibera del Consiglio del 7 luglio 1986 che ha consolidato la tradizione inaugurata dal sindaco La Pira con i viaggi di testimonianza a Mosca e a Hanoi e i convegni con i sindaci per la pace). Alleghiamo quindi qui il fascicolo in cui sono riportati testi utili per capire queste iniziative e diamo appuntamento a tutti, a Eros e Moreno ad una prossima domenica per riprendere questa riflessione.
Riguardo alla associazione Ta’ayush (parole tratte dal sito): Noi – arabi ed ebrei, israeliani e palestinesi – viviamo circondati da muri e filo spinato: i muri della segregazione, del razzismo e della discriminazione tra ebrei e arabi all’interno di Israele; i muri dell’apartheid, della chiusura e dell’assedio che circondano i palestinesi nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza; e il muro di guerra che circonda tutti gli abitanti di Israele, finché Israele rimane una fortezza armata nel cuore del Medio Oriente. Nell’autunno del 2000 ci siamo uniti per formare “Ta’ayush” (in arabo “vivere insieme”), un movimento di base di arabi ed ebrei che lavora per abbattere i muri del razzismo e della segregazione costruendo una vera partnership arabo-ebraica. Insieme lottiamo per un futuro di uguaglianza, giustizia e pace attraverso azioni di solidarietà concrete, quotidiane e non violente per porre fine all’occupazione israeliana dei territori palestinesi e raggiungere la piena uguaglianza civile per tutti.