Domenica 23 marzo la Comunità, partendo dai alcuni brani centrali del vangelo di Luca (quelli in cui si rimprovera duramente l’ipocrisia dei farisei e dove si richiamano i discepoli a non accumulare ricchezze e denari), ha dedicato l’attenzione al Piano del Verde che costituisce un importante strumento di pianificazione urbana che dovrebbe integrarsi con gli strumenti di pianificazione urbanistica, con la finalità di adattare le città al cambiamento climatico, di contrastare la perdita di biodiversità, di rendere compatibile la città con la natura presente al suo interno. Un Piano importante che i cittadini devono conoscere affinché possa diventare realmente un punto di riferimento per la difesa e il potenziamento del verde nelle città, la cui redazione purtroppo non è stata oggetto di una consultazione e di un dibattito pubblico.
Tornando al Vangelo di Luca, osserviamo che Gesù dopo aver attaccato duramente il comportamento dei farisei e degli scribi in merito all’uso distorto della Legge al fine dominare il popolo, invita i suoi seguaci a testimoniare la fede in lui come atto di ricerca della verità in modo aperto e chiaro senza preoccuparsi delle conseguenze che può produrre da parte del potere. Questi passi ci richiamano a valori importanti anche per i temi affrontati oggi: la ricerca di “verità” deve essere libera, appoggiata sulla conoscenza e la sapienza, ma non soggiogata ad alcun dogma, non calata dall’alto, non accettata fideisticamente perché proveniente dall’alto, nemmeno da scienziati o tecnici o politici o amministratori o esperti e tanto meno da “algoritmi della AI”.
La ricerca del miglior modo di gestire i beni comuni come l’acqua, la salute, l’istruzione, l’ambiente e appunto il verde urbano è compito, diritto e dovere, di tutti/e noi.
Anche il passo in cui Gesù richiama a come porci nei confronti dei beni del mondo ci sembra estremamente attuale e importante per far capire che l’umanesimo integrale predicato nel Vangelo non è incentrato su una visione antropocentrica ma di prossimità con tutte le altre forme di vita del creato (prospettiva questa ampiamente confermata e testimoniata un millennio dopo da Francesco d’Assisi). E quindi ci incoraggia a camminare nella prospettiva di cercare di affrontare le gravi emergenze ecologiche nella convinzione che sia necessario cambiare il modo di produrre ricchezza di tipo capitalistico, abbandonando un utilizzo delle risorse naturali e della ricchezza prodotta in modo iniquo e ineguale. Un nuovo paradigma che segni rapporti nuovi ed equi fra umani ma anche fra umani e tutte le altre forme di vita terrestre non può infatti essere credibile senza il binomio inscindibile di giustizia ecologica / giustizia sociale.