Il nostro saluto a Papa Francesco

La morte di papa Francesco, amico degli ultimi e degli emarginati, ci fa riflettere sul suo costante e faticoso impegno per affermare nella Chiesa il primato dello Spirito e della fedeltà al Vangelo. Vogliamo ricordarlo per la sua testimonianza evangelica, per essersi rivolto, con la Laudato sii, non solo ai cristiani ma a tutti gli uomini di buona volontà, chiamati con urgenza all’impegno per la cura del creato e per la giustizia climatica e sociale.

Lo ricordiamo per il suo invito, con la Fratelli tutti, a sentirci fratelli e sorelle con tutti, e a esprimere concretamente questa fratellanza, così come lo ricordiamo per la sua amorevole attenzione verso i migranti e i carcerati.

Abbiamo presente anche la sua chiara individuazione nell’economia neoliberista la causa di molti mali.

Ricordiamo la sua attenzione ai bambini e ai ragazzi, ma anche alla fragilità degli anziani e dei malati,
la sua costante preoccupazione per la popolazione palestinese, ucraina e di tutti i paesi funestati dalle guerre,
il suo instancabile richiamo verso tutti a deporre le armi, a rifiutare ogni logica della violenza, ogni riarmo, ogni forma di razzismo e a costruire concretamente strade di pace.

Lo ricordiamo anche per i suoi modi semplici, la sua allegria e il suo richiamo a tenere sempre viva la speranza.

In tante occasioni ci siamo riconosciuti nel suo impegno e oggi lo salutiamo con gratitudine.

Riportiamo qui uno stralcio dal messaggio Urbi et Orbi (alla città e al mondo) e più sotto l’intero messaggio:
“Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le “armi” della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte! Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *