La parrocchia dell’Isolotto nacque l’8 marzo 1955 per volere del card. Dalla Costa, prima presso l’Oratorio della Madonna della Querce in via Palazzo dei Diavoli, poi nella nuova chiesa in piazza dell’Isolotto, consacrata nel dicembre 1957. Fu nominato parroco il giovane don Enzo Mazzi. La parrocchia si inserì nel contesto di quella Firenze degli anni ’50 che, alle soglie del Concilio Vaticano II, era attraversata dalle spinte innovatrici di Padre Balducci, don Milani, don Borghi e altri. Don Mazzi promosse un’impostazione pastorale che favoriva il coinvolgimento dei laici e l’orizzontalità nel rapporto sacerdote-fedeli: si facevano riunioni dove la lettura delle Scritture era intrecciata con la discussione su temi sociali; si praticava la totale gratuità delle funzioni religiose; si sperimentava una catechesi partecipata e centrata sul Vangelo; anticipando le scelte del Concilio Vaticano II si rivolse l’altare verso i fedeli e durante le celebrazioni le parole in latino dei preti venivano tradotte in italiano da laici posti ai lati dell’altare. La comunità parrocchiale sostenne le istanze di rinnovamento del Concilio Vaticano II avviato nel 1962 da Giovanni XXIII e concluso nel ‘65 da Paolo VI. Riteneva importante che la Chiesa si aprisse alle questioni poste dai movimenti sociali degli anni ‘60, i movimenti per la pace, per i diritti degli afroamericani, dei lavoratori, dei popoli oppressi, per la fine della guerra in Vietnam (con quest’orizzonte la domenica delle Palme del 1967 le Comunità parrocchiali dell’Isolotto, del Vingone e della Casella inviarono una lettera a Paolo VI firmata da oltre 2000 fedeli). La comunità, nel percorso di trasformazione della società e della Chiesa, praticava l’attenzione agli ultimi (spazi della canonica furono destinati a ex-detenuti, a case-famiglia per bambini abbandonati, a un laboratorio per disabili) e la partecipazione alle lotte sociali del quartiere e della città: nel 1959, col consenso del card. Dalla Costa, la Chiesa fu messa a disposizione degli operai della Galileo minacciati dai licenziamenti; nei primi anni ’60 fu vicina agli operai della F.I.V.R.E e sostenne il Comitato dei genitori nella richiesta di una scuola elementare realizzata nel 1963; e fu punto di riferimento per i comitati spontanei di soccorso dopo l’alluvione del 1966. In occasione delle elezioni amministrative del 1965 fu criticata la Democrazia Cristiana per aver allontanato La Pira e aver voluto liste conservatrici e fu rivendicata l’autonomia dei cattolici nelle scelte politiche, cosa che suscitò le vive rimostranze del cardinale Florit.