Negli anni del riflusso ci hanno sostenuto anche le riflessioni del pensiero femminista nelle sue molteplici declinazioni, comprese quelle della ricerca teologica, per liberarci – nelle strutture della società, nei linguaggi, nei simboli, nei nodi profondi del nostro essere – di quei modelli culturali che affermano i valori del dominio, assegnati dalla società patriarcale alle figure maschili, e per dare invece spazio al valore della partnership e della “cura”, così che donne e uomini possano crescere in maggiore libertà e le società possano camminare su strade nonviolente. La fiducia nelle donne, a partire da quelle più ai margini come le donne rom, ha trovato concretezza nel Laboratorio Kimeta, un’attività di stiratura e cucito, nata su iniziativa delle donne della comunità insieme ad alcune donne rom: per oltre 10 anni è stato un luogo di conoscenza, emancipazione, solidarietà e lavoro, che ha mostrato come la convivenza tra realtà culturali diverse è possibile e dà buoni frutti.
In occasione del Social Forum del 2002 la comunità volle credere nella partecipazione e nell’accoglienza, contrastando la paura ad un anno dai fatti di Genova. In Piazza Santa Croce Enzo, insieme ad altri, diede il benvenuto a migliaia di persone arrivate da ogni dove. La comunità ospitò diverse persone venute da lontano, partecipò agli incontri e alla grande manifestazione per la pace. Enzo tenne un seminario sulle radici della violenza insita nelle religioni monoteiste.
Negli anni in cui la gerarchia ecclesiastica affermava i “valori non negoziabili” la Comunità ha affermato il valore del confronto e della libertà di coscienza. Ad esempio ha riflettuto a lungo sulla morte e sul desiderio di immortalità, sul valore della finitezza, sul senso della resurrezione, sull’assenza e presenza nella nostra vita delle persone che sono morte, sul testamento biologico, sul diritto di scegliere il proprio fine vita. E nel 2009 ha incontrato Beppino Englaro per esprimergli affetto e sostegno nella battaglia umana e civile per porre termine allo stato vegetativo della figlia. Enzo Mazzi disse: “Beppino Englaro … sospendendo l’alimentazione forzata potrà compiere nei confronti della figlia il gesto generativo più forte. E sarà anche la scelta più densa di fede cristiana … Sarà come un secondo battesimo, non in senso ritualista, ma come immersione nella dimensione della resurrezione, cioè della vita che perennemente rinasce”. La Comunità inoltre si è sentita coinvolta nell’affermare l’importanza di dar valore e riconoscimento a tutti i modi di vivere l’affettività e la sessualità che comportino crescita e benessere e si sente impegnata affinché la società assicuri tutti i diritti alle persone lgbt+.